Esigenza principale della ditta Capimax era far capire immediatamente al nuovo interlocutore che dietro il marchio c’era una persona, ed era con lei che i clienti avrebbero avuto a che fare. Questo era ancora più importante in un settore particolare come quello dei sistemi di abbattimento delle barriere architettoniche, in cui spesso si ha a che fare con famiglie, persone anziane e con difficoltà motorie.
La scelta fu tanto immediata quanto drastica: mettere la foto di Massimo Capitani direttamente nel biglietto da visita, decisione quanto mai anticonvenzionale.
Naturalmente non è una cosa che ho inventato io, ma l’avevo nella mente – in attesa del giusto momento per tirarla fuori – già dalla fine degli anni Ottanta. In quel periodo conobbi il sig. Antonio Pasqualini, noto e conosciuto agente di commercio nel settore delle calzature, persona eccezionale sotto tutti i punti di vista e per certe cose – appunto – anticonvenzionale. Pasqualini fu uno dei primi rappresentanti di calzature di Monsummano Terme che si aprì al mercato tedesco, fin dall’inizio degli anni Sessanta. Già a quell’epoca aveva chiesto alla tipografia di mettere sul suo biglietto da visita professionale una sua foto. Il tipografo fece un ottimo lavoro inserendovi un’immagine quasi al tratto che ne riprendeva il volto di tre quarti, dandogli un’aria e un piglio alla Clark Gable.
Quando lo conobbi io i suoi biglietti da visita erano cambiati, perché l’azienda che rappresentava gli aveva fornito il biglietto da visita aziendale, ed era con quello che lavorava. Ma nel suo portafogli teneva uno dei pochissimi esemplari rimasti dei vecchi biglietti, e ne serbo ancora il ricordo.
Nel corso degli anni Massimo Capitani ha ristampato più volte i suoi biglietti da visita, senza mai cambiare niente, e ovviamente senza togliere la foto, che è sempre stata molto apprezzata dalla clientela come elemento importante per associare un volto a un’azienda e a un marchio.