“Vengo anch’io” disse l’artista.
“Sì, tu sì” rispose Dio.
Non lo collocavi in nessun genere, perché non era un cantante o un musicista, ma piuttosto una persona seria ma scanzonata che prendeva la chitarra, la sua voce e ti raccontava le sue storie.
Però, chissà perché, dovunque lo vedevi portava allegria, e quello che usciva fuori era “lui” più che la sua arte.
Famoso medico o valente artista che fosse, Enzo Jannacci ha saputo finemente coniugare le due professioni, senza mai imporsi alla cronaca più di quel tanto che serviva per essere felice di rivederlo, senza mai stancarti con la sua presenza come ormai quasi tutti fanno, con l’aria – mi ripeto – scanzonata e allegra di chi non ha niente da dimostrare se non quello che è: una persona semplice, un professionista serio, un istrione misurato.
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